Le competenze e le metodologie dell’Associazione Brain Traumi Cranici odv a servizio degli over 65 che iniziano a manifestare i primi segni di decadimento cognitivo. È una delle azioni del nuovo progetto “Disabilità e invecchiamento”, della durata di nove mesi, reso possibile grazie ai fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese, per complessivi 16.000 euro. In tutto saranno 20 gli anziani che l’équipe multidisciplinare di Brain (composta da un fisioterapista, una psicologa e quattro volontarie con formazione specifica) incontrerà nelle loro abitazioni e a cui, inoltre, saranno proposte attività laboratoriali di gruppo.

A questo nuovo target di intervento si affiancheranno poi le azioni domiciliari (che sono le medesime, ossia fisioterapia, accompagnamento a visite specifiche, sostegno alla famiglia) a favore dei pazienti ai quali da oltre 30 anni si rivolgono le attività riabilitative di Brain, ossia le persone che sono state colpite da una grave lesione cerebrale acquisita in fase avanzata degli esiti. Anche in questo caso, i pazienti seguiti saranno 20.

“In entrambi i casi il denominatore comune per individuare un danno cerebrale è inizialmente la perdita di memoria – spiega la presidente di Brain, Edda Sgarabottolo –. Considerato che quando il processo di perdita di memoria inizia non è più arrestabile, i trattamenti consigliati riguardano prima di tutto la prevenzione e, in seguito, il rallentamento e gestione del decadimento e deterioramento cognitivo. Da un lato, quindi, si parla di persone over 65 che stanno iniziando a manifestare i primi segni di decadimento cognitivo (perdita di memoria, difficoltà di espressione, difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane) e iniziano a perdere la propria autonomia e indipendenza. Dall’altro lato, le persone che hanno sofferto gravi traumi cranici, anche quando seguono con successo il percorso fisioterapeutico e riabilitativo, sono soggette ad un invecchiamento cerebrale precoce e più repentino. Per prevenire e gestire il naturale deterioramento cognitivo in questi soggetti è fondamentale agire con attività riabilitative e socializzanti. Inoltre, risulta fondamentale per il funzionamento cognitivo, mantenere la propria rete sociale, familiare e amicale, che costituisce la base dell’abitare sicuro, rimanendo nel proprio domicilio il più a lungo possibile. Per fare ciò, bisogna anche supportare le famiglie, i caregivers e gli stessi soggetti nel processo di invecchiamento attivo, offrendo tutte quelle attività necessarie al mantenimento della propria autonomia e delle proprie funzioni cognitive. Ed è questo ciò di cui noi ci occupiamo”.

Lo stesso tipo di attività ed interventi che l’equipe multidisciplinare dell’Associazione Brain mette in atto con i suoi utenti, per così dire, “tradizionali”, con questo progetto sarà quindi applicato anche alle persone over 65 che iniziano a mostrare segni di decadimento cognitivo. Accanto alle attività individuali domiciliari, i soggetti del progetto, a seconda delle loro specifiche necessità, parteciperanno ad attività laboratoriali di gruppo, sviluppate per continuare a coltivare le proprie capacità relazionali, di memoria ed espressive. Queste attività di gruppo sono parte integrante dell’azione preventiva del decadimento cognitivo, in quanto agiscono sulla parte di relazione interpersonale. Alcune delle attività socializzanti verranno sviluppate insieme al Comitato AICS di Vicenza APS, ente di promozione culturale, sociale e sportiva, che organizza escursioni e giornate ludiche sia per persone con disabilità che per persone over 65.

“La nostra équipe dedicherà a questo progetto 5 ore a settimana – conclude la presidente Sgarabottolo –. Crediamo molto nelle attività domiciliari, perché lo stare nella propria casa influisce molto positivamente sullo stato di salute dei pazienti. L’auspicio è quindi quello di poter continuare queste attività anche dopo la fine di questi nove mesi”.

(Foto di Gerd Altmann da Pixabay)