“La forza che ci muove sta nel guardare oltre l’ostacolo, perché la speranza va sempre tenuta viva nelle persone che hanno subito un trauma cranico. E per fare questo è fondamentale non solo la riabilitazione in senso stretto, ma anche creare un linguaggio riabilitativo comune tra gli addetti ai lavori”. A dirlo è Elisabetta Mondin, presidente della Cooperativa Sogno e Vita che gestisce la comunità La Rocca di Altavilla Vicentina. Una costola dell’associazione Brain, nata nel 2016 grazie all’impulso di Edda Sgarabottolo ed Elio Rigotto, rispettivamente presidente e vicepresidente della ODV, che non ci hanno pensato due volte nel proporre proprio a lei l’incarico di presiedere e gestire la struttura inaugurata appena un anno prima.
“Se guardo al cammino fatto e a quanto siamo cresciuti, il mio grazie va a Edda e ad Elio che, con la loro trentennale esperienza in tema di traumi cranici, mi hanno sostenuta e aiutata tantissimo”, afferma la dottoressa Mondin.
Tanto lavoro e risultati premianti, come l’accreditamento
L’interesse di quest’ultima verso le gravi cerebrolesioni ha cominciato a farsi strada ancor prima di intraprendere l’università. “Un amico è rimasto vittima di un incidente stradale, ritrovandosi in stato vegetativo – racconta –. Questa circostanza mi ha convinto una volta di più a occuparmi di psicologia, arrivando a specializzarmi, tra le altre cose, in neuropsicologia. Poi un giorno ho incontrato Edda che mi ha fatto conoscere Brain e il suo grande progetto: realizzare la prima struttura in Italia dedicata all’ospitalità e alla riabilitazione di persone con gravi lesioni cerebrali acquisite”.
Un sogno divenuto realtà e che, nell’arco di sette anni, ha visto La Rocca passare dallo status di Gruppo Appartamento a quello di Comunità Alloggio per persone con disabilità. La struttura, infatti, sta affrontando il percorso per ottenere l’accreditamento con il Sistema Sanitario Nazionale. “Questo ci permetterà di operare in convenzione con la sanità pubblica, percependo quota parte del finanziamento sanitario regionale. Un vantaggio di cui possono beneficiare anche le famiglie dei nostri utenti”, commenta la presidente della cooperativa.
Un lavoro di squadra e di responsabilità
La Rocca accoglie ogni mese fino a 25 persone. Ragazzi e adulti, uomini e donne. Alcuni vi soggiornano stabilmente per il tempo necessario alla ripresa, mentre altri partecipano alle attività diurne o si sottopongono ai soli trattamenti riabilitativi che possono essere di tipo fisioterapico, logopedico o psicologico.
Un lavoro reso possibile grazie a una squadra affiatata, formata da sei operatori sociosanitari, tre psicologi, tre fisioterapisti, un educatore e una logopedista volontaria.
“Con l’accreditamento contiamo di implementare il personale. Il nostro obiettivo per il 2023 è quello di realizzarci come comunità alloggio, intensificando soprattutto le attività riabilitative”, spiega Elisabetta Mondin che gestisce anche questo aspetto elaborando un programma specifico per ogni ospite. E non solo, ci dice. “Offro sostegno ai familiari, curo le relazioni con le assicurazioni e i servizi sociali e mi interfaccio con tutte quelle realtà del territorio che supportano, in vario modo, i progetti della struttura”.
Fare formazione per guardare oltre
Ciascun ospite della Rocca è unico, come il rapporto che si viene a instaurare con ognuno. “È fondamentale imparare a stare con loro, ascoltarli, accettare le loro potenzialità e i loro limiti – osserva la presidente –. Per questo, in primis bisogna capire chi si ha di fronte, da dove arriva, cosa gli è successo, qual era la sua vita prima, quali sono le sue aspettative e quelle della famiglia. Partendo da qui e lavorando sulle capacità residue del singolo, si può elaborare un progetto condiviso che favorisca il più possibile la capacità di reinserimento sociale”.
A tal fine, la Cooperativa Sogno e Vita, assieme all’Associazione Brain, spinge molto sulla formazione. “Vogliamo promuovere il nostro modo di intendere la riabilitazione creando un linguaggio comune. Per tale ragione, quest’anno abbiamo organizzato il nostro primo master in riabilitazione cognitiva, rivolto ai professionisti delle varie fasi riabilitative (logopedisti, fisioterapisti, terapisti occupazionali, psicologi e medici), che mira a ripensare il recupero del paziente tramite un progetto globale e non per funzioni e obiettivi. Solo facendo rete potremo compiere ulteriori passi avanti e dare sempre maggiori speranze”.