Nel salone dell’ex Lanificio Conte/Spazio Shed di Schio riecheggiano le note del classico di Vasco Rossi “Vita spericolata“. È l’intro all’intervento dei ragazzi di Brain davanti alla platea composta dagli studenti dell’Istituto Professionale Statale “Garbin” di Schio e Thiene, attenti spettatori dell’incontro/spettacolo del progetto Disabilità sociale e successo, promosso dai Comitati AICS di Vicenza, Rovigo e Belluno in collaborazione con AICS Veneto e a cui noi di Brain partecipiamo assieme agli amici della Compagnia Stabile Assai del Carcere di Rebibbia.

Ma perché proprio “Vita spericolata”? “Perché tutti i nostri ospiti – spiega agli studenti la nostra coordinatrice dell’équipe professionale e neuropsicologa, Elisabetta Mondin – prima di venire da noi avevano una vita cosiddetta normale, con le proprie famiglie e i loro ruoli di padri, madri, fratelli, sorelle, figli o figlie. Poi, vuoi per un incidente, un ictus o un’anossia cerebrale, è successo qualcosa che ha improvvisamente cambiato le loro vite. Noi li aiutiamo a ritornare alla vita di prima, nonostante le difficoltà a parlare, ricordare, concentrarsi, camminare o maneggiare. Ci focalizziamo non tanto sul danno subìto, ma sulle capacità che sono rimaste. Ci concentriamo su questo per ottenere risultati il più possibile positivi”.

La parola, dunque, ai protagonisti di questo percorso di rinascita, non senza momenti di commozione, da parte sia dei nostri ragazzi sia degli studenti.

Franco, marito e papà di due figli, è stato vittima di un gravissimo incidente stradale: “Non mi svegliavo dal coma e quindi mi hanno portato in una casa di riposo, perché giudicavano la mia condizione irreversibile. Un anno e mezzo in questa situazione. Poi mi sono svegliato e, dopo un periodo in ospedale, sono approdato alla Rocca, il centro riabilitativo di Brain. All’inizio non ero in grado di fare nulla, ma nel giro di un anno sono riuscito a imparare a mangiare da solo, grazie ad un cucchiaio speciale, e piano piano ho riacquisito il mio ruolo all’interno della mia famiglia. Cari ragazzi, vi do un consiglio: l’importante è pensare positivo!”.

Anche Luigi, pure lui marito e padre di due figli, ha avuto un grave incidente. Stava tornando in autostrada da una partita dell’Inter assieme al figlio. Poi lo schianto contro un camion. Fortunatamente il figlio non ha avuto lesioni, ma Luigi ha subìto un grave trauma encefalico: “Per me la Rocca è come una seconda famiglia, perché tutti mi vogliono bene. Ero su una sedia a rotelle ed ora riesco a camminare. Voglio migliorare sempre di più”.

Nicola è stato vittima di un incidente sul lavoro. Due mesi di coma e la paura di non farcela. “Ora – racconta – sono tornato a lavorare, anche se solo per due ore al giorno, e sono riuscito a riprendere la patente. Il miglioramento è stato evidente, anche grazie al corso di teatro che ho fatto tre anni fa”.

Giulio, il più giovane del gruppo, era in auto come passeggero con alcuni amici il giorno del suo compleanno. Un’uscita di strada e la vita che cambia di colpo: un mese di coma, nove in ospedale e da un anno il percorso riabilitativo alla Rocca, per migliorare nella deambulazione e nel linguaggio. “Dopo l’incidente ho scoperto chi sono i veri amici e chi no – afferma, prima di rivolgere un appello ai giovani che lo stanno ascoltando -. Siete nell’età in cui è inevitabile la voglia di fare festa, ma usate sempre la testa. Pensate sempre a quello che potrebbe accadere nel vostro futuro imminente”.

Infine Francesco, colpito con la sua auto da un camion mentre usciva dal luogo di lavoro: “Mi sento fortunato, perché dal giorno dell’incidente ho migliorato molto le mie capacità. A casa ero sempre agitato, perché mi sentivo un leone in gabbia. Alla Rocca, invece, mi hanno messo due freni a mano e con la pazienza ho raggiunto risultati molto positivi”.

Nel salone non vola una mosca. Nell’aria si percepisce la consapevolezza che queste vicende potrebbero accadere ad ognuno di noi, senza alcun preavviso. Dagli studenti un’ultima domanda: quali sono i vostri obiettivi? Migliorare sempre di più, certamente, ma si va anche su cose molto concrete, che riguardano nuovi progetti di vita. Come Giulio, che ha intenzione di costruirsi una casa adatta alle sue condizioni di mobilità. O Francesco, che vuole coltivare sempre di più la sua passione per la cura dell’orto. O Nicola, che vorrebbe cambiare lavoro e continuare a partecipare ai campi estivi dell’INAIL.

Insomma, l’importante è crederci, come canta Gianni Morandi nella canzone che chiude l’incontro con gli studenti: “Stai andando forte, apri tutte le porte, gioca tutte le carte, fai entrare il sole!”. Alla Rocca lo spirito è proprio questo!