Questo approccio alla neuroriabilitazione prende il nome dai coniugi Berta e Karel Bobath, lei fisioterapista e lui medico neurologo, che lo svilupparono nella metà del secolo scorso. Ma in cosa consiste e in cosa si differenzia riguardo al trattamento riabilitativo di pazienti colpiti da gravi danni cerebrali causati da un trauma cranico, un’emorragia o un’anossia? Ce lo spiega proprio la dott.ssa Magri.
“Il Concetto Bobath è un trattamento inclusivo ed individualizzato, che tiene conto della specificità e dell’unicità della lesione cerebrale e della disabilità che ne consegue. Ciò che lo contraddistingue è il suo forte orientamento a sostenere i processi neuroplastici in termini quantitativi e qualitativi durante tutta la fase di recupero del paziente, dalla fase acuta in cui la spinta alla riorganizzazione all’interno del Sistema Nervoso Centrale è massimale, a quella post-acuta e cronica per permettere lo sviluppo del pieno potenziale post-lesionale. Il Concetto Bobath è un approccio manuale e utilizza la facilitazione come tecnica per guidare il paziente nell’acquisizione di competenze motorie più avanzate e funzionali e per questo ha bisogno di operatori sanitari preparati e aggiornati che possano trasferire nella pratica clinica le più recenti evidenze in termini neurofisiologici e biomeccanici. Poiché si tratta un approccio che enfatizza il recupero funzionale è prevalentemente applicato dai fisioterapisti, dai logopedisti e dai terapisti occupazionali ma, l’interdisciplinarietà, ovvero l’interazione con tutta l’equipe di specialisti che ruota attorno al paziente, è fondamentale per ottimizzare il risultato. Il Concetto Bobath può essere applicato a tutte le lesioni centrali perché, non essendo rigido nella sua struttura, offre una cornice di riferimento per il ragionamento clinico utilizzabile per la valutazione e il trattamento di diversi disordini del movimento, considerando la peculiarità di ogni singola condizione”.
Come si è sviluppato il corso in Brain?
“Si è trattato di un tirocinio clinico, ossia di un lavoro sul campo con gli utenti della Rocca. Si è svolto da luglio a novembre, partendo dalla valutazione e presa in carico dei pazienti, mettendo in pratica il Concetto Bobath e terminando con la valutazione dei risultati”.
Un percorso molto positivo, come conferma Elisabetta Mondin, presidente della Cooperativa Sogno e Vita che gestisce i servizi messi in campo dall’Associazione Brain odv: “I partecipanti hanno espresso giudizi per noi molto incoraggianti. Uno dei nostri obiettivi è che La Rocca diventi sempre di più un centro di alta formazione per tutte quelle figure professionali che ruotano attorno al mondo della riabilitazione post lesione cerebrale. Questo corso è un esempio, che intendiamo riproporre in futuro”.