Come sarà questo Natale secondo voi ragazzi?
Risponde Giulio: “Potremmo definirlo un tipico Natale al tempo del COVID!” (ride, ma con una nota di nervosismo). Sarà sicuramente diverso, non si può andare dove si vuole, non si possono fare banchetti, né trovarsi con amici e parenti. Io, ad esempio, ero solito partecipare al pranzo con minimo 10 familiari ma quest’anno non sarà possibile purtroppo. Dobbiamo essere responsabili della nostra salute e di quella di chi ci sta vicino perciò rispetteremo le regole … ma che fatica!”
“A me invece mancherà poter andare a vedere i mercatini natalizi” aggiunge Franco. “Farsi accompagnare dai figli o dagli amici e vivere quell’atmosfera fatta di musica, profumi e … vin brulé!”
Giulio è pensieroso e alla fine ci dice: ”Stavo pensando … l’isolamento o le limitazioni che ognuno di noi è costretto a vivere in questo periodo è in qualche modo lo stesso che ognuno di noi ha vissuto dopo aver avuto il trauma. Ad esempio chi non può più guidare la propria auto e magari vive in una casa lontana dai servizi, chi non riesce a usare come prima il cellulare o il pc o la tv perché magari si stanca subito, chi in mezzo a tante persone va in confusione o la mancanza degli amici che non si fanno più sentire. Tutto questo ci fa sentire isolati dal resto del mondo.”
I legami importanti per i ragazzi sono soprattutto la famiglia e gli amici e durante quest’anno come non mai ci si è resi conto dell’importanza delle relazioni. Quando si ha la possibilità di incontrare di persona tutti non ci si fa caso, ma quando si è costretti a mantenere le distanze allora ci si rende conto di quanto siano importanti per te.
“Secondo me succede una cosa del genere anche dopo un trauma”, dice Franco. “Finché va tutto bene, finché riesci a fare qualsiasi cosa, finché puoi vedere e parlare con i tuoi uno non ci pensa, ma dopo quello che ognuno di noi ha passato o sta ancora passando a causa dell’incidente, la propria famiglia e le persone care sono veramente passate in cima alla scala dei valori, assieme alla salute ovviamente. Fortunatamente qui alla Rocca, nel periodo del lockdown, gli operatori hanno saputo ricreare quell’ambiente familiare che ci mancava perché non si poteva uscire e tornare a casa. In qualche modo, si sono creati o rafforzati dei legami”.
Possiamo trarre un insegnamento secondo voi da questo 2020 agli sgoccioli che sta mettendo tutti a dura prova?
“La fiducia nel futuro è la cosa che ci fa andare avanti, che ci fa impegnare ogni giorno per migliorare le nostre difficoltà. Sicuramente senza di questa saremmo rimasti com’eravamo subito dopo l’incidente o il trauma. Un po’ la stessa cosa bisognerebbe avere rispetto al COVID: è fondamentale pensare positivo e rispettare le regole! Per noi che viviamo qui alla Rocca poter nuovamente uscire insieme con il nostro pulmino e andare a fare delle gite e poter vivere delle situazioni sociali “normali” in mezzo alla gente rappresenta veramente una sorta di rinascita, un po’ come quella su cui stiamo lavorando dopo aver avuto l’incidente. E che il COVID ha per adesso sospeso.”