Nicola arriva alla Rocca per la seduta di neuropsicologia e fisioterapia. Lui è uno degli utenti “esterni”, cioè coloro che usufruiscono dei servizi riabilitativi seguendo un progetto personalizzato durante il giorno e poi fanno ritorno al domicilio. Prima che cominci, però, lo intercettiamo e gli chiediamo se è disposto a condividere con noi quanto accaduto e cosa l’ha portato fin qui. Con entusiasmo inizia a raccontare, contento di poter dare una mano e far sentire meno soli coloro che stanno ora vivendo ciò che lui ha passato lo scorso anno.

 “Ricordo bene, era verso fine agosto … avevo intuito ci fosse qualcosa di strano: stavo cercando di parcheggiare la mia vespa al solito posto ma facevo fatica, mi sentivo come stordito … offuscato … Non ci faccio troppo caso ed entro in casa. Mi assale un fortissimo mal di testa. Di lì a poco farfuglio qualcosa, barcollo. Sentivo un male atroce dentro il cranio, come se qualcuno ci avesse conficcato una matita appuntita! Ricordo perfettamente quel dolore. Di tutto ciò che è accaduto successivamente, invece, non ricordo nulla. Sono stato operato subito e con grande urgenza, ma qualcosa durante l’intervento è andato storto mi ha raccontato poi mio fratello Vittorio, e sono entrato in coma. Non mi pare di esserci rimasto troppo, però.

Dalla rianimazione, quindi, sono passato al reparto di riabilitazione, sempre all’ospedale di Vicenza.

 

 Qual è il tuo primo ricordo dopo esserti svegliato?

“Domanda difficile questa! Fammi pensare … beh, sicuramente un momento lo ricordo molto bene: ero sceso al bar dell’ospedale e sento una voce proveniente dietro di me esclamare: “ecco l’uomo del miracolo!” Era il medico che mi aveva operato dall’emorragia cerebrale, felice di potermi vedere sveglio e fuori dal letto … secondo lui ero stato miracolato.”

 

Hai altri ricordi Nicola del periodo di ricovero?

“La porta rossa! Quella che portava alla palestra dove ogni giorno mi aspettavano i fisioterapisti per farmi lavorare. Ho un ottimo ricordo di tutti loro, e della grande umanità di tutto il reparto, aspetto fondamentale secondo me. Quotidianamente partecipavo anche ad un gruppo con altri pazienti del reparto, dove raccontavamo cosa ci era successo e le nostre difficoltà … io ero parecchio confuso e disorientato, poco consapevole della mia situazione. Ad esempio, non mi rendevo conto di avere la parte sinistra del corpo che non si muoveva più.”

 

E come sei arrivato qui da noi alla Rocca?

 “Mio fratello ha parlato con il primario del reparto, il quale mi ha indicato, una volta svolto un periodo di riabilitazione intermedia in una casa di cura della zona, di proseguire il lavoro venendo qui.

Mi è stato spiegato che ora l’obiettivo riguarda sicuramente affinare i miglioramenti raggiunti per rinforzare quelle capacità che servono a vivere un po’ più autonomamente…camminare…spostarmi… e ce n’è ancora da lavorare … chiedetelo ad Eleonora! (Nicola ride di gusto. Eleonora è la nostra fisioterapista). Contemporaneamente, con il supporto e la guida dell’équipe, bisognerà capire se e come rientrare a lavoro. Sono un medico veterinario e il mio lavoro è una delle mie grandi passioni.

Non provo rabbia per quello che mi è successo, ma sono grato per quello che ho ancora